Mastribiscottai

Bilancio 2022 e possibili sviluppi per il 2023

Cos’è MB

Mastri Biscottai è un’impresa sociale nata per dare lavoro alle persone con disabilità intellettiva e per produrre pasticceria secca di alta qualità. Biscotti premio per cani human grade ma anche tanto altro, come dolci, grissini, salatini, catering per feste. Mastri Biscottai è quindi un’impresa, ma è anche un luogo dove le persone con disabilità si ritrovano per un obiettivo comune, conosciuto e riconoscibile, il ‘fare’ diventa lo strumento migliore per migliorare la qualità della loro vita. Mastri Biscottai è quindi un’impresa, ma è anche un servizio per le persone con disabilità intellettiva.

Contesto

Il contesto in cui nasce Mastri Biscottai è il senso di improduttività che accompagna molti servizi rivolti alle persone con disabilità intellettiva, in cui il vissuto più diffuso sembra essere quello di ‘passare il tempo’ rimbalzando tra diversi contesti tutti presi dall’obiettivo di alleviare le famiglie e dal riabilitare o educare, senza mai riuscire a stare sulle competenze relazionali tra queste persone.

2019 / 2020

Prima del 2019 Mastri Biscottai era un’idea. Questa ha iniziato a svilupparsi nel 2019 grazie a un importante finanziamento della Regione Lazio e del Fondo sociale Europeo che ha coinvolto diverse competenze e diversi partner per essere messo in cantiere. In questa fase abbiamo potuto mettere a punto un metodo:

  • piccoli gruppi di lavoro in cui si promuova la competenza relazionale e in cui ci si dedica ad una piccola parte del complesso processo produttivo, che sia magazzino, cucina, saper raccontare il progetto, vendita o social media management.
  • Il metodo prevede diversi momenti in cui sospendere l’agito organizzativo per dirsi cosa sta succedendo, dare senso alle richieste dei clienti, imparare a convivere con i propri colleghi, che siano educatori, chef, o altre persone con disabilità.

2020 / 2021

In una fase di complessa ridefinizione YAS si è messa a progettare, chiedendo aiuto a diversi enti pubblici e fondazioni private per sviluppare ulteriormente il progetto. In molti hanno colto l’aspetto innovativo del progetto.

  • La fondazione Prosolidar, che ha finanziato l’acquisto dell’intera cucina nel 2022 e che finanzierà l’acquisto di un pulmino per il servizio di trasporto casa-lavoro.
  • La fondazione Haiku Lugano, che ha finanziato le risorse umane, le consulenze necessarie, le materie prime necessarie al primo anno del progetto.
  • La Regione Lazio, che ha finanziato le risorse umane necessarie alla tenuta del progetto e per rendere Mastri Biscottai un servizio per il territorio.
  • La Fondazione Enel Cuore che finanzierà un secondo anno di attività dei mastri biscottai e l’acquisto di una APE CAR per la vendita nel territorio (Presto ci vedrete in strada come l’arrotino e l’ombrellaio).
  • Amazon ha finanziato l’acquisto di armadietti e egli elettroutensili necessari alla manutenzione della pulizia.

2022

Come sta andando? Nel complesso stiamo verificando la non semplice sostenibilità del progetto, per il quale, ad oggi, non c’è una committenza pubblica. C’è infatti grande preoccupazione da parte degli addetti ai lavori alla tenuta a lungo termine. Al contempo i nostri tour per eventi e manifestazioni nel territorio romano ci danno un riscontro positivo. Senza accorgercene ci stiamo ritrovando a diventare una sorta di bakery o di boulangerie di quartiere, in cui i nostri ‘clienti’ vengono a ristorarsi ad esempio con un dolcetto al cioccolato.

Sul piano del servizio psico-sociale per le persone con disabilità ci stiamo accorgendo che senza momenti di sospensione dell’agire organizzativo, in cui parlare di quello che sta accadendo tra un ordine e l’altro, ci si ritrova nelle stesse dinamiche di “non-detto” che poi generano noia, demotivazione e insensatezza. Potremmo quindi dire che il problema non è il non-lavorare, ma il non-riconoscere le scontatezze che possono verificarsi nelle relazioni sociali.

Sfide per il 2023

Per il 2023 siamo chiamati a tirare le somme e definirci ancora meglio: che tipo di servizio siamo? Cosa produciamo, oltre che biscotti? Ma soprattutto come stabilizzare questa interessante iniziativa? Pensiamo che il punto sia pensarsi servizio e saper raccontare che servizio siamo. Ad esempio perché lavorare fa bene? Siamo poi così sicuri che lavorare faccia bene? Scrivere una newsletter il 31 dicembre fa bene? Pensate al vostro lavoro… Fa sempre bene lavorare? Si parlava di terapia occupazionale già nell’800, ma si è forse riflettuto poco sul fatto che alcuni contesti di lavoro sono alienanti perché privi di un dialogo, cioè un processo di costruzione di senso su quello che si sta facendo, mentre altri contesti sono stimolanti perché prevedono un tempo per le relazioni sociali e il tempo della parola. Questi contesti di lavoro, che oggi attribuiamo alle grandi imprese delle Silicon Valley, che ad esempio abbiamo visitato nei pressi di Roma (leggi il post in cui ne parliamo), sono già state teorizzate e sperimentate da Enrico Mattei e dalla sua scuola per i dipendenti dell’ENI, così come negli anni ‘60  molti altri enti previdenziali facevano, prima della liberalizzazione del welfare, entro sperimentazioni molto interessanti che mettevano non tanto il lavoro al centro del discorso, quanto le relazioni e la socialità.

Questa, va riconosciuto, è una strada totalmente diversa e per certi versi opposta a quella del riabilitare il singolo individuo. Un filone di lavoro in cui l’Italia ha diverse eccellenze ieri come oggi. Si tratta di non perdere di vista l’obiettivo, ma anche di saper raccontare questa competenza agli enti pubblici per costruire con loro committenza e partecipazione.

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